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Nel mio libro ๐-๐ ๐ ๐ฎ๐จ๐ซ๐ข ๐๐๐ข ๐๐๐ง๐ญ๐ข, disponibile in tutte le librerie e su Mondadori Store e Feltrinelli Librerie, ho avuto modo di affermare, seppure in una forma edulcorata dal dna romanzato, le mie convinzioni tecniche sui cani condizionati alla ricerca di determinate sostanze.
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Mi riferisco soprattutto a sostanze come il
THC, che rimane un tema di forte attualitร e dibattito all’interno della cinofilia scientifica e delle pratiche operative. Il discorso si complica ulteriormente alla luce della recente depenalizzazione della cannabis in molti Stati, specie negli
USA, dove le unitร cinofile sono state pensionate anticipatamente poichรฉ incapaci di distinguere tra cannabis e altre sostanze.
Il controllo comportamentale dovrebbe tutelare la libertร dell’animale senza stravolgere la sua natura, evitando che il cane diventi semplicemente uno “strumento operativo” al servizio dell’uomo, specialmente se questo รจ soggetto a cambiamenti “veloci” (che si misurano in settimane) rispetto alla natura dell’addestramento cinotecnico (che si misura in anni). Ne ho parlato approfonditamente con il mio collega e amico qualificato Francesco Piliego, giร cinofilo specializzato per la Polizia di Stato e oggi apprezzato imprenditore nella sicurezza privata.
Negli Stati Uniti, la progressiva legalizzazione della marijuana ha generato un fenomeno senza precedenti: il pensionamento anticipato di numerose unitร cinofile addestrate nella rilevazione del THC. I cani non sono in grado di discriminare tra cannabis e altre droghe, e la loro funzione si รจ rapidamente svuotata di senso operativo, lasciando le polizie con un dilemma logistico ed etico: reinvestire in nuovi cani o tentare una riluttante riqualificazione degli “ex” addestrati su THC.
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La giurisprudenza statunitense ha inoltre chiarito, attraverso sentenze come quella della Corte d’Appello del Colorado, che l’uso di cani addestrati con criteri non aderenti al nuovo quadro normativo rischia di annullare la legittimitร delle indagini, ponendo un duro interrogativo sulla soliditร del condizionamento specifico delle unitร cinofile.
In questo scenario, i professionisti della cinofilia operativa sono chiamati a una riflessione profonda sulla responsabilitร personale: l’addestratore diventa di fatto garante del rispetto bioetico e della congruitร operativa del cane. La scelta di riorientare il cane o di prolungarne il servizio deve essere fondata su protocolli scientifici, in linea con il benessere animale e il rigore richiesto dalla legge.
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A cura di Massimiliano Macera, Security Manager e Formatore Cinofilo specializzato.


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